«La riflessione intellettuale e la poetica progettuale alla base dell'opera di Cesare Cattaneo muovono dall'assunto per il quale l'architettura non si pone come mera parte di un'appagante e risolta totalità, ma come volto in grado di sintetizzare una molteplicità di saperi nell'unità di un disegno che non è mai inteso come soluzione definitiva, in quanto suscettibile di continui ripensamenti. La sua inesauribile volontà di indagare, che Giolli definisce, all'indomani della scomparsa, tensione dell'intendere, trova nel disegno il proprio mezzo privilegiato, ove la convergenza di piani diversi e multiformi conduce a quella che l'architetto comasco definisce, mirabilmente, polidimensionalità. Se il tentativo di individuare punti di tangenza tra diverse discipline pone cattaneo in pieno accordo con altri architetti della sua generazione, la consapevolezza che l'armonia non sia un dato soggetto a reificazione, ma rappresenti un ideale verso il quale tendere incessantemente, rende la sua figura di notevole importanza e la sua ricerca di grande attualità.» Francesco Moschini