Questo libro è nato in un salotto. Un salotto in bianco e nero. Un uomo minuto con una spessa montatura se ne sta stravaccato con un microfono in mano e registra su nastro quelle che, per lui, sono le cose per cui vale la pena vivere. È abbattuto perché vive un momento complesso dell'esistenza. L'elenco dura qualche minuto, s'interrompe quando l'uomo ha l'intuizione che lo porta a correre verso la fine della storia, accompagnato dalle note di "Rapsodia in blu". Inutile dire che quell'uomo è Woody Allen e che quel film si intitola "Manhattan". Da quello splendido monologo nasce la nostra raccolta: "Cento registi per cui vale la pena vivere". Già, perché si possono snocciolare un sacco di ovvietà su quanto l'esistenza umana sia complicata, piena di ostacoli, timori, momenti terribili, eccetera; il fatto è che il cinema, la letteratura, la musica e lo sport sono probabilmente le più grandi invenzioni create qui sulla Terra per farci svagare, pensare (qualche volta sognare) ma soprattutto per distrarci da tutte le difficoltà che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Un dizionario "minimo" ad uso (e magari abuso) delle giovani generazioni, una piccola guida per chi vuole avvicinarsi alla magia della Settima arte.