«Questo non è un libro, anche se ne ha l'aria. Sì, perché siamo state diffidate, graziosamente e fermamente, da Sandra Lischi: "Non fatemi un libro, per favore, non molestate le persone chiedendo loro di scrivere per me!". E dunque, davvero, questo non è un libro: non vorrete farci il torto di credere più ai vostri occhi e alle vostre mani, che alla nostra parola? Sì, lo sappiamo: ha pagine fragranti di stampa, uscite dalla sorridente fucina delle Edizioni ETS, sotto lo sguardo attento di Sandra e di Gloria Borghini; ha una copertina scintillante, nella quale fa bella mostra di sé un'opera di Giusy Calia; ha un indice fitto di nomi, una moltitudine di figure diligentemente accompagnate da didascalie, e vanta addirittura un codice ISBN. Eppure, questo non è un libro. E piuttosto un rincorrersi di pensieri e immagini che abbiamo raccolto, nel segno dell'allegrezza, della riconoscenza e della libertà, per festeggiare Sandra Li-schi e il cominciamento del tempo nuovo che la attende. Abbiamo invitato un nutrito gruppo di amiche e amici, complici generosi e discreti, ad allestire questa festa a sorpresa, chiedendo loro di riempire, nelle maniere più libere e disparate, i fogli che seguono. C'è chi ha scritto una poesia, chi una breve dissertazione sul cinema, sulla variegata galassia del video, sulle arti o sui loro incroci; chi ha seguito il filo della memoria, la curva di una immagine, il ritmo di una sequenza, o il profumo di uno spuntino condiviso in una serata di pioggia. Alcune pagine ci consegnano il tempo ritrovato - senza che mai fosse stato veramente perduto - del primo incontro con Sandra, e sullo sfondo prende forma Pisa, città d'ambra, con Marina e i suoi languori primo Novecento, il vecchio e amatissimo Dipartimento di San Matteo, la torre pendente, i vicoli stretti e le poltroncine morbide del Cineclub Arsenale; ma occhieggiano anche Pesaro, Milano, la Corsica, Parigi e la Sardegna e, invero, a ben guardare, è il mondo intero, riflesso in una miriade di schermi, che si fa cornice di questo diffuso raccontare e raccontarsi. La dimensione dell'incontro e della relazione si declina via via nei legami che Sandra, da docente, ha intessuto con le allieve e con gli allievi; nei rapporti professionali e amicali che hanno caratterizzato la sua vita universitaria; nella sua capacità di creare reti e di essere un riferimento saldo all'interno della comunità scientifica; nella straordinaria qualità dei suoi studi, sempre aperti al dialogo fra le discipline, portatori di uno sguardo rigoroso e insieme rivoluzionario, pronto a riconoscere l'imprevisto e le infinite invenzioni che punteggiano l'esistente; nella stima e nell'affetto di chi la chiama Liski, alludendo, con il suono secco e ribelle di una "K" militante, alla radicalità e all'ironia del suo stare al mondo...» (Dalla nota delle curatrici)