Il 26 giugno 1918 Gabriele D'Annunzio pronunciava il discorso funebre per Francesco Baracca, asso del volo, fra i massimi protagonisti dell'aviazione italiana ed europea durante la Prima Guerra Mondiale, eroe popolare mitizzato già in vita che, in morte, conobbe una celebrazione degna della sua altissima fama e che continuò a essere celebrato nei decenni successivi come fulgido esempio di valore, audacia e italica temerarietà. Proprio alle varie forme del mito sorto intorno alla sua figura è dedicata la mostra "Il cavaliere del cielo. Il mito di Francesco Baracca" organizzata dalla Accademia di Belle Arti di Bologna, nel centenario della Prima Guerra Mondiale.