Nelle parole del giornalista la storia dei prigionieri italiani catturati dagli inglesi in Africa, nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Con la competenza acquisita in lunghe e difficili ricerche, l'autore ricorda i protagonisti dimenticati, sopravvissuti ai duri scontri ma che, fatti prigionieri, furono trasferiti in India. Diecimila di loro, tutti ufficiali, vennero internati nel campo di Yol, ai piedi dell'Himalaya. Come vivevano? Come passavano i lunghi giorni di prigionia? Chi ebbe successo, a guerra finita, nella vita civile? Chi non ce l'ha fatta e perché? Come venne affrontato l'Armistizio quando anche nel Tibet nacque la Repubblica Fascista? Riuscì la Intelligence Britannica a creare una forza di intervento da impiegare in Europa? Il libro è una galleria di eventi e di personaggi, dai compagni di fuga come i due ufficiali di Marina anconetani, Elios Toschi e Camillo Milesi Ferretti, vera ossessione degli inglesi, che sulle loro teste misero una taglia di 20.000 rupie, alle guide indù, o alle avventurose scalate himalayane di chi divenuto collaborazionista ebbe il permesso, di uscire dal campo, giurando sul proprio onore di rientrare o infine agli "irriducibili" che furono tutti raggruppati nel recinto 25, uno dei quattro di Yol.