L'americano W. Ellerman fa una proposta inconsueta a Renato: fotografare una casa diroccata in Campo S. Stin, ubicata nella zona dove Renato vive da sempre, che appartiene alla sua infanzia, ma il fotografo non deve assolutamente parlare di questo compito a nessuno, arrivando persino a mentire e ideare bufale per non dare nessuna informazione sul suo lavoro. Cosa spingerà l'americano per avere un simile desiderio? Cosa ha quella casa di particolare? Effettivamente non è come tutte le abitazioni dei dintorni: emana una specie di aura particolare e ha una strana conformazione, sembra quasi che la casa stessa sia viva e che nasconda qualche segreto. E così, quando il protagonista si trova solo, in una città dalle strade deserte a causa covid davanti a quelle mura, accade qualcosa che non riuscirà a dimenticare e neanche a spiegarsi. Suggestione o realtà? Un quesito che forse non potrà mai trovare risposta, e forse è anche meglio non indagare troppo sullo sfondo di una Venezia vuota, eterea, dove rimbomba forte il silenzio causato dall'assenza delle persone, nelle orecchie, nel cuore, nella mente.