Crocevia dei destini artistici di un'intera nazione, e non solo, la dimora di famiglia del grande Manet, al 39 di Rue de Saint-Petérsbourg, a Parigi, ebbe in Suzanne Leenhoff il suo nucleo vitale. Lì si dipana, fra luci e ombre, testimonianze dirette e indirette, corrispondenza, quadri, realtà e fantasia, la storia di colei che fu dapprima la docente di pianoforte, poi la musa e la compagna e, infine, la moglie devota di quel genio di Édouard, la cui ricerca del vero, in arte, avrebbe aperto le porte a una nuova stagione. Eccellente pianista, anima delicata e piena di slanci, Suzanne diventa l'emblema di quelle donne che segnano la vita di chi hanno vicino e che, pur restando nell'ombra, irradiano segni potenti del loro fascino, della loro straordinaria personalità.