Si impone da subito, in questi nuovi testi di Claudio Recalcati, la forte ricerca di un interlocutore. Infatti, queste sue poesie vengono proposte, per la maggior parte, come mazzi di cartoline o brevi lettere ritrovate di una passata - ma sempre viva nella mente - corrispondenza. Gli interlocutori variano, ma è chiaro che si tratta in realtà di maschere o nobili pretesti, di figure anche o in prevalenza degli affetti a cui il poeta si rivolge per rendere più serrata e asciutta la sua inquieta riflessione sull'esserci, sull'essere nel mondo, e sulla sua innocente precarietà. È quasi come se scrivesse in effetti a se stesso, trovando spunto nelle cose e nei luoghi, nella quotidiana routine o al contrario nei momenti di più libera sospensione, cogliendo il senso della propria vita nei mille rivoli in apparenza irrilevanti in cui si articola la nostra esistenza. Nel ritmo serrato della sua parola essenziale Recalcati persuade senza artifici.