Nella mentalità medioevale troviamo il binomio, che è anche contrasto, sintetizzato dal titolo di questo libro con i termini di "carne" e "spirito": per intendere l'elemento materiale e quello spirituale. Un contrasto che veniva dalle regole in uso, dettate dalla religione, dal costume, dalla consuetudine, le quali guardavano con sospetto al corpo e alle sue esigenze, ritenendoli strumenti di peccato e perdizione, mezzi contrari ad una vita tutta spirituale e perfetta. Da qui le ricorrenti paure, la descrizione di una carne debole e (soprattutto quella delle donne) pronta ai cedimenti, l'esaltazione di una sacralità che a volte contrastava con le necessità quotidiane e che trovava il suo massimo livello nel monachesimo. Ma, al contempo, la fantasia umana creava qualche via per uscire, almeno virtualmente ed utopicamente, da questo cupo modo di concepire l'esistenza, che del resto cominciò a cambiare nel secondo periodo dello stesso Medioevo. Il libro percorre brevemente questo cammino intellettuale e formativo e fornisce quindi qualche chiave interpretativa per un passato che è durato circa mille anni anche riflettendosi nelle epoche successive, forse fino alla contemporanea.