Sindaco di Brescia dal 1948 al 1975, presidente della Provincia dal 1975 al 1985, presidente della Camera di commercio dal 1985 al 1992 e, a più riprese, segretario provinciale della Democrazia cristiana, Bruno Boni (definito "il governatore" da due grandi giornalisti come Giorgio Bocca e Indro Montanelli) è stato il deus ex machina della politica bresciana per tutto il "trentennio glorioso". Ha guidato la città facendosi protagonista del suo processo di rapida e poderosa modernizzazione, dalla ricostruzione al "miracolo economico", fino alla prova più dura: la strage neofascista di piazza della Loggia, il 28 maggio 1974. In ogni ambito della vita cittadina Boni ha esercitato, con indubbio carisma, un ruolo unico, propulsivo e di continua mediazione tra le forze sociali e politiche, anche dialogando con i principali esponenti (De Gasperi, Andreotti, Fanfani, Moro) del suo partito, la Democrazia cristiana, del quale ha vissuto con passione l'intera parabola, dalla fondazione alla dissoluzione successiva a Tangentopoli. Il volume, sulla base di un'amplissima documentazione archivistica nonché di una vasta gamma di fonti, ricostruisce la complessità della sua azione, che ha delineato un modello di governo cittadino dai tratti ben definiti: la consapevolezza di una comune appartenenza, la valorizzazione di un costume fatto di operosità e concretezza, la individuazione di mete condivise attraverso l'ascolto delle molteplici componenti della società civile in ragione di uno stile di laicità e di un convinto sostegno al pluralismo dei soggetti della rappresentanza. L'esperienza di Bruno Boni può, dunque, essere letta come un tassello utile ad una più convincente interpretazione della supremazia democristiana nella vita pubblica del Paese.