Nel suo libro Mazzetti crea un nostalgico quadro raffigurante la Capri d'altri tempi e, senza accorgersene, inventa un nuovo genere artistico-letterario. I sessantacinque personaggi, che hanno incrociato la sua vita caprese, sono tutti scomparsi. Ma i veloci tratti biografici schizzati nel libro sono un piccolo capolavoro. E diventano delle tessere musive. Non è tutto. La medesima composizione, osservata da un altro punto di vista, assume un diverso significato. Quel mosaico di pietruzze colorate rivela anche involontariamente i gusti e le passioni dell'autore. Trasformandosi allora in un autoritratto. Mazzetti, oltre ad essere un bravo giornalista, è pure uno scienziato, eminente nelle discipline geografiche. Forse mi sbaglio, ma credo che non deve essere stato facile, per una persona concreta come lui, navigare in un oceano di sentimenti accompagnati dalla malinconia. [...] L'anima analitica dello scienziato riappare invece nel capitolo intitolato Dal mito alla metropoli, dove Capri viene psicanalizzata e messa a nudo con preciso rigore. In poche righe, Mazzetti descrive magistralmente le trasformazioni del territorio, l'evoluzione della popolazione e la crescita dell'economia.