In un giorno perso nella profondità remota del tempo una giovane cavernicola sale faticosamente su un'altura bicipite a picco sul fiume sottostante, con le pareti scoscese coperte da una vegetazione fittissima, nella quale si aggirano pericolosi animali. Lassù partorirà un figlio, il primo essere umano destinato a nascere sul Campidoglio. I secoli passano. Sul colle sorgono templi e palazzi meravigliosi, vengono combattute battaglie, incoronati re, uomini pendono dalle forche, capipopolo esaltano e deludono, appare un magnifico cavaliere di bronzo. L'aspetto del Campidoglio continua a mutare e, mentre le capre pascolano tra le antiche rovine, il passato viene continuamente rimasticato per assumere un nuovo, diverso splendore. Accanto alla storia ufficiale, anzi dentro di essa, vivono la propria personale stagione artiste e popolane, damigelle, borghesi, una puttana, una "strega". Ragazze dai capelli ramati che trepidano per amore o per un nuovo vestito, che dipingono, cuciono, sono incantevoli, obese, vengono adorate, tradite, stuprate. E il giorno speciale di ognuna, quello che ricorderanno per tutta la vita, coincide con momenti speciali per il colle, visite regali, grandi inaugurazioni, assassinii, incoronazioni e battaglie, che permeano le loro vicende, le influenzano, in molti casi le mettono in moto. Finché l'ultimo essere umano destinato a nascere sul Campidoglio, la giovane Mara, si lascerà alle spalle un colle irriconoscibile a causa degli "sventramenti" e dell'innalzamento del Vittoriano, che si avvierà, al pari di lei, verso un nuovo, diverso destino.