Reinhard Lauck è il mediano della Nazionale 1974 che dopo un'onesta carriera non si adatta alla vita senza calcio (e senza Ddr). Andreas Thom è il primo giocatore che lascia la Repubblica Democratica Tedesca senza dover fuggire. Rudi Glöckner è l'unico arbitro tedesco a dirigere una finale mondiale. Questi sono solo alcuni dei personaggi che Roberto Brambilla inserisce nel suo esordio letterario. Poi ci sono le imprese, come quelle del Magdeburgo e della Nazionale olimpica, che partendo da assolute outsider, conquistano rispettivamente la Coppa delle Coppe e la medaglia d'oro olimpica ai Giochi del 1976. Le sconfitte epiche (la Dinamo Dresda contro il Bayer Uerdingen) e le partite malnote che hanno fatto la storia (Hertha Berlino-Wattenscheid, il primo match giocato dopo la caduta del Muro e Wismut Aue-Kaiserslautern, un'amichevole a pochi anni dalla divisione delle Germanie). Brambilla non dimentica nemmeno i lati oscuri, il rapporto e le ingerenze delle autorità politiche e sportive nella vita dei calciatori e delle società, le presunte irregolarità arbitrali e i sospetti di doping.