Brossura, 47 ill. colori, 36 b/n. In questa stessa collana, poco tempo fa, Andrea Tugnoli ha pubblicato uno studio monografico su Mino Maccari, cui ora segue il presente studio su Bruno Pulga. Credo che sia difficile avere a che fare con artisti più diversi, per età, contesti storico-artistici in cui si sono mossi, stato e gradi di fortuna rispettivamente raggiunti. E allora, che pensare, che l'Autore di entrambi i saggi sia preda di un eclettismo disponibile alle imprese più disparate? Credo che la chiave per cogliere un filo di continuità tra l'uno e l'altro lavoro sia da intravedere, come del resto è giusto e inevitabile, nella personalità di chi ha steso i due testi, ma più sul versante etico-psicologico che su quello propriamente critico-stilistico. Ovvero, Tugnoli è mosso da una specie di spirito di giustizia, da cui è portato ad allontanarsi dalle rotte più battute, secondo i parametri del gusto ufficiale e dominante, per andare a sorprendere figure attualmente appartate, su cui per circostanze varie è calata una cortina di silenzio, da considerarsi appunto ingiusto, immeritato. Insomma, Tugnoli ama procedere controcorrente, armato di una bilancia che vuole rendere eque le sue pesate, ben armonizzate tra loro. (Renato Barilli)