Laerte ha ventisette anni, i suoi genitori non avevano riflettuto sul significato etimologico del suo nome (Laertes: che solleva il popolo) quando glielo diedero. Sembra, tuttavia, ch'egli abbia davvero il carisma per far riflettere le persone e convincerle a svegliarsi dal loro torpore. Egli vive con i suoi genitori, fa un lavoro per il quale solo raramente viene modestamente retribuito ed inoltre non riceve risposte alle centinaia di curricula che invia in tutta Italia. Sente di essere diventato pigro e di aver perso tutte le sue motivazioni. Finalmente arriva l'occasione che aspettava, ma anche questa volta si dovrà confrontare con la furbizia di chi sfrutta alcune regole del sistema. Attraverso i dialoghi emergono lo spessore morale e la volontà di una generazione spesso screditata pur di non far ricadere tutte le responsabilità del suo temporaneo fallimento sui veri artefici. Infine un nuovo amore, l'attenzione per i luoghi e per l'arte completano una fase del cammino di una persona che alla fine trova la forza per andare avanti con dignità e speranza.