Nel decennale della scomparsa di Luigi Milone alcuni dei suoi più stretti amici e colleghi hanno voluto dedicargli un volume di studi, per il quale è stato scelto il titolo di Bels amics ben ensenhatz, una delle espressioni con cui Giraut de Borneil si rivolge a Raimbaut d'Aurenga nel compianto funebre composto per la sua morte. Dopo un primo contributo di Mario Mancini, che rievoca l'impresa - progettata assieme a Milone ma mai portata a termine - di una Antologia dei trovatori, offrendone alcuni materiali inediti, la prima parte del volume è dedicata al trovatore cui Milone ha dedicato quasi tutti i suoi studi, Raimbaut d'Aurenga, con saggi di Eduard Vilella, Costanzo Di Girolamo, Gerardo Larghi, Francesco Zambon, Luciana Borghi Cedrini e Walter Meliga. Seguono i contributi di Saverio Guida e di Fabio Barberini su altri due importanti trovatori, Raimon de Miraval e Bertran de Born, e alcuni lavori (di Sergio Vatteroni, Ivano Paccagnella e Rolando Damiani) riguardanti temi in qualche modo attinenti al medioevo in autori italiani antichi e moderni, fino a giungere al saggio finale di Silvana Tamiozzo Goldmann, dedicato a un altro poeta amato da Milone, Andrea Zanzotto. Il libro si presenta così come un ideale simposio in cui si intrecciano dialoghi con l'amico scomparso intorno ai temi che a lui erano cari.