Con "Bellum Servile", composto per il concorso di poesia latina di Amsterdam del 1892, Giovanni Pascoli tenta ambiziosamente la via di una letteratura moderna che canti le inquietudini dell'uomo contemporaneo davanti alle grandi questioni del suo tempo, dalla condizione dei più umili alla lotta di classe, dal senso della sofferenza nella vita a quello della morte, nell'ambito di un classicismo non tradizionale che cerca nel mondo antico paradigmi antropologici di valore universale. Il volume indaga i forti rapporti tra "Bellum Servile" e la poetica pascoliana, ne ricostruisce la storia redazionale e individua il ricco sostrato di fonti (non solo i classici greco-latini, ma anche i moderni Defoe, Chateaubriand, Byron, Leopardi, Longfellow, Carducci). Il testo è corredato di una nuova traduzione e di un diffuso commento.