Sempre più spesso resta solo un sipario sottile a separare gli onori dagli orrori di un mondo che va di fretta e tende a globalizzare ogni emozione. E, in questo contesto, il grande sport viene sempre più di frequente ridotto ad ariete che apre voragini nelle consapevolezze e in quel poco che resta degli anticorpi di giustizia sociale e umana che la civiltà moderna fatica a difendere e a coltivare. E sono proprio le imprese più gioiose a fare da paravento agli orrori di affari sporchi e persecuzioni. Sempre più spesso gli onori dei trionfi mascherano gli obbrobri dei diritti umani e civili traditi. Insomma, lo sport rischia di diventare sempre di più una diga che invece di proteggerci contribuisce a dare riparo a insidie nascoste, che non hanno bisogno di tracimare per travolgerci. Semplicemente passano ai lati, alla base, ci invadono, perché quelli che sono ancora capaci di distinguere il bene dal male vengono "silenziati" dalle masse più accecate da questo speciale oppio fabbricato dall'abuso della passione popolare.