M«a dove eravamo capitati? Sembrava che un'immensa cupola trasparente si fosse interposta fra noi ed il cielo per escluderci dal resto del mondo e serrarci in una terra di mezzo. Ci trovavamo su un francobollo di territorio popolato di miserabili, plasmato da eventi tremendi, dove erano arrivati e forse sarebbero tornati i mostri. Calpestavamo un suolo martoriato, ancora agitato dai fremiti dell'imprevedibilità dove dietro l'angolo potevano nascondersi presenze di distorta realtà. Era quella la "magia d'oriente" intorno a noi.»