In una lettera del 1929 Marinetti scrive: «ho letto il tuo magnifico romanzo futurista [Barbara, la dattilografa]. Mandamene una copia qui. Ho intenzione di elogiarlo e fine settembre attivarne in tutti i modi l'indispensabile lanciamento». «Piazza Duomo, Piazza Cordusio, Caffè Carminati, Via Orefici, Via Dante, Piazza Cairoli, Porta Venezia, tram numero ventisette, Via Tommaso Grossi, via Santa Margherita, Piazza della Scala, Via Manzoni, Pasticceria Campione, Piazza Cavour, Corso Venezia, in Galleria, al Biffi, Corso Vittorio, Piazza Vittoria, tavolinetto del Campari, Caffè-ristorante Toffoloni, San Siro, il Parco»: per le strade e i locali di una Milano del '29 («Milano-città-commerciale-ricca-grande») agli occhi disincantati di un futurista siciliano si consuma una storia d'amore.