Il volume ripercorre la storia delle professioni forensi e del loro governo nel Granducato di Toscana fino all'annessione all'Impero francese, con particolare attenzione al cruciale passaggio settecentesco, mettendo in luce le difficoltà di categorizzazione delle varie classi di difensori, lo svuotamento delle norme e delle strutture corporative e l'estrema frammentazione del regime giuridico del patrocinio giudiziario in un tipico ordinamento d'Antico Regime. Nel Settecento maturo, con l'intensificarsi del dibattito sulla riforma della giustizia, emerge l'intento di instaurare una vigilanza sempre più pervasiva sulla condotta di avvocati e procuratori, considerati una delle cause del malfunzionamento del sistema giudiziario. Pietro Leopoldo, in particolare, cerca di stabilire una disciplina uniforme centrata sull'imposizione di requisiti formativi e sull'attivazione di filtri all'accesso al mondo forense. Malgrado ciò, finisce per prevalere un modello eclettico di giurista, che supera gli antichi steccati fra avvocati, procuratori e notai e favorisce un'osmosi tra professione forense e magistratura.