1990. Giacomo, detto Mino, è docente di lettere presso un liceo romano. Il 26 settembre di quell'anno la notizia della morte di Alberto Moravia dà l'avvio, attraverso i ricordi di Giacomo, a un racconto intessuto di memorie riguardanti gli eventi del 1943, la fuga da Roma di Mino con la sua famiglia, il rifugio a Sant'Agata in mezzo alle montagne, nel luogo in cui Moravia trovò riparo, nello stesso periodo, insieme alla moglie Elsa Morante. Il romanzo racconta l'amicizia del fanciullo Mino con Moravia, la condivisione della stessa tragica esperienza, in un percorso formativo che coinvolge tanto il bambino quanto lo scrittore, la cui vicenda esistenziale è sapientemente ricostruita da Giacomo, ormai adulto, in un continuo intrecciarsi tra passato e presente.