Il compiersi dei primi cinquant'anni del Secondo Statuto di Autonomia della Regione Trentino-Alto Adige / Südtirol (1972-2022) rappresenta lo spunto per un articolato bilancio, a più voci, sul processo italiano di regionalizzazione e sulla posizione che in esso hanno avuto e potranno ancora avere le autonomie speciali. Non si tratta solo di stimolare uno sguardo retrospettivo, pure utile per l'acquisizione consapevole di alcuni indispensabili dati di contesto storico-istituzionale. A venire in gioco, più in generale, è il grande e attuale dibattito sul grado della differenziazione territoriale che il sistema repubblicano delle autonomie può alimentare e sostenere. È una discussione che oggi si svolge al di fuori di un disegno sistematico di riforma e pare affidare le sorti dei rapporti tra lo Stato e le autonomie a singole iniziative, finalizzate a realizzare forme innovative di regionalismo differenziato. Si sta dunque dando vita a un modello dichiaratamente e diffusamente asimmetrico? Quali sono le infrastrutture di questa trasformazione? Qual è il ruolo dell'amministrazione centrale? E quali cambiamenti possono derivare per il significato e per le proiezioni organizzative dell'autonomia? Su questi temi si confrontano studiosi di esperienza e provenienza diverse, alla ricerca delle coordinate necessarie per rispondere agli interrogativi che caratterizzano tuttora il regionalismo italiano come un progetto in costante divenire. Contributi di: J.-B. Auby, E. Balboni, R. Bifulco, M. Cammelli, E. Carloni, C. Caruso, F. Clementi, F. Cortese, A. Deffenu, D. Florenzano, T. Font i Llovet, G. Gardini, P. Giangaspero, A. Giovanardi, D. Girotto, B. Guastaferro, F. Guella, A. Mastromarino, F. Palermo, S. Parisi, A. Ruggeri, I. Ruggiu, G. Tarli Barbieri, R. Toniatti, D.E. Tosi, L. Violini, J. Woelk.