Scritta all'età di 86 anni, l'Autobiografia di Gian Francesco Gamurrini ripercorre momenti salienti di un'intera vita dedicata all'archeologia e alla difesa del patrimonio culturale del territorio aretino dalle razzie di speculatori e mercanti d'arte, soprattutto in seguito alla soppressione degli enti ecclesiastici. Una minaccia da evitare ad ogni costo dopo che, con l'occupazione francese, una parte dei tesori artistici era già stata dispersa sul mercato internazionale. L'attività di bibliotecario fu portata avanti con la stessa passione civile di quella di archeologo e di difensore del patrimonio culturale, come contributo alla crescita di una coscienza nazionale. Le pagine che descrivono i suoi viaggi per l'Italia per documentarne le testimonianze epigrafiche sono degne di essere poste accanto al Viaggio in Italia di Goethe, non tanto per la descrizione dei paesaggi o dei monumenti, ma piuttosto per quell'attenzione - meravigliata e tipica della letteratura periegetica sette-ottocentesca - ai personaggi incontrati che le rendono così vive da fornire uno spaccato della vita del tempo. Il volume è arricchito da testi di: Sara Faralli, Giulio Firpo, Andrea Gaucci, Giulio Paolucci. Postazione di Giulio Paolucci.