Nell'immaginario collettivo il nome di Aureliano è legato oggi alle Mura di Roma che costruì allorché la città-Stato, che aveva portato la sua civiltà in larga parte del mondo conosciuto, fu terrorizzata dal disastroso riapparire dei barbari nel Nord d'Italia e dalla loro minaccia di devastarla sull'esempio dei Galli circa sette secoli prima. Capolavoro di ingegneria militare, la cinta muraria romana porta tuttora il nome del sovrano illirico, sebbene gli interventi successivi l'abbiano resa più alta e più solida. Da sole, tuttavia, le Mura non basterebbero per porlo tra i migliori imperatori con Augusto, Vespasiano, Traiano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Settimio Severo, Claudio II, Diocleziano, Costantino e Teodosio. Anche per lui vale l'azione di governo e vale il talento bellico cesariano, che gli consentì in un arco di tempo minimo di riannodare i fili dell'immenso mondo romano smembrato dalle secessioni delle Gallie in Occidente e del Regno di Palmira in Oriente. Nato per combattere, Aureliano riassumeva in sé lo spirito indomito della sua terra.