L'autrice conosce Francesca ad Assisi, che resterà per entrambe un luogo fortemente evocativo. Francesca soffre di una profonda crisi d'identità, emblematica di un malessere più ampio che non si può ignorare e che ci coinvolge tutti. Alla fine di un percorso di analisi durato sette anni, Francesca consegnerà all'amica gli appunti e le registrazioni delle sedute, chiedendole di sintetizzare questo materiale per aiutarla a comprendersi ulterioremente. Non è stato un compito facile, ci comunica l'autrice, che ha scelto, "nella rielaborazione del materiale, di essere il più fedele possibile al testo prodotto dalla paziente, ma a tratti la narrazione si è intricata a tal punto che luoghi e persone della mia storia personale e della sua si sono naturalmente intersecati, rafforzando la sensazione di uno stato fusionale così profondo da perdere quasi il senso della mia identità e da avvertirmi come un frammento inquieto dell'animo di Francesca". Del resto continua la Corvino Forleo, questa non è la biografia, Francesca, è solo una storia che cura, un "romanzo familiare" sulla scia della memoria, e si sa che tra verità e memoria non c'è una perfetta simmetria. Per gli psicoanalisti è sempre di grande interesse leggere il resoconto diretto di un'analisi fatto dal paziente. E questo libro si inserisce in una lunga serie di "storie di analisi" che annovera autori come Marcela Serrano, Marie Cardinal, Giuseppe Berto e, prima ancora, pazienti di Freud, di Winnicott.