Non esiste una sola realtà, un solo sguardo. Vedere le cose da diverse prospettive è un modo proficuo per entrare a patti col mondo, con il nostro stare al mondo. Lo sanno bene i ragazzi dell’Atelier dell’Errore, un laboratorio d’arti visive creato 14 anni da un progetto di Luca Santiago Mora, nato come complemento all’attività clinica della neuropsichiatria infantile di Reggio Emilia e Bergamo. Il loro immaginario espressivo è votato alla rappresentazione degli animali come figure ancestrali, organismi viventi estranei a ogni tradizionale ordine di classificazione scientifica. Gli animali dell’Atelier incarnano certamente le paure e le sconfitte di chi li ha disegnati ma ancor più il loro bisogno di protezione e la loro potente voglia di riscatto. Animate da un’energia visionaria, le opere dell’Atelier nascono da una esigenza dei ragazzi di rassicurazione e di sostegno per la conquista di autostima e fiducia in sé stessi e per la crescita di un proficuo sistema di relazione con gli altri.
La ricerca e l’espressione artistica dell’Atelier dell’Errore si focalizzano sugli animali, interpretati come figure ancestrali al di fuori e oltre la loro tradizionale classificazione scientifica. Concepito in occasione della mostra "Uomini come cibo" (Milano, giugno - settembre 2015), il libro si propone come riflessione multidisciplinare sull’arte e sulla particolarità ed eccezionalità del lavoro dei ragazzi dell’Atelier. Scrittori, poeti, psicoanalisti, critici d’arte, religiosi, intellettuali si sono interrogati sulle immagini e sulle parole di queste opere che creano un gioco di corrispondenze e tessiture continue tra linguaggio e figurazione.
Curato da Marco Belpoliti, Atlante di zoologia profetica, contiene testi di Antonella Anedda, Genuario Belmonte, Marco Belpoliti, Chandra Livia Candiani, Gabriella Caramore, Ermanno Cavazzoni, Michela Dall’Aglio Maramotti, Giuseppe Di Napoli, Daniele Gianotti, Massimiliano Gioni, Nicole Janigro, Eva Pattis, Bianca Tosatti and Luigi Zoja.