L'intera produzione nell'attuale forma sociale, e non soltanto la parte intermedia del ciclo produttivo - quello dello scambio, della circolazione, del mercato -, avviene come comunicazione, tanto che possiamo caratterizzarla come comunicazione-produzione. La globalizzazione della comunicazione-produzione non riguarda soltanto l'estensione dei mezzi di comunicazione e l'espansione del mercato a livello planetario. Concerne anche l'inglobamento nella comunicazione-produzione dell'intera vita umana, sia nella forma dello sviluppo, del benessere e del consumismo, sia nella forma del sottosviluppo, della povertà e dell'impossibilità di sopravvivenza; sia nella forma della salute, sia in quella della malattia; sia nella normalità, sia nella devianza; sia nell'integrazione, sia nell'emarginazione; sia nell'occupazione, sia nella disoccupazione; sia nello spostamento funzionale di forza lavoro proprio dell'emigrazione, sia in quello della richiesta di accoglienza negata della migrazione; sia nella pace, sia nella guerra; sia nel traffico e nell'uso di merci legali, sia di merci illegali, dalla "droga" alle armi "non convenzionali". Anzi l'inglobamento non si limita alla sola vita umana. Perché l'intera vita del pianeta è ormai coinvolta (anche compromessa e messa a rischio) nella comunicazione-produzione.