Dopo la raccolta completa delle "Poesie d'amore", pubblicata in questa stessa collana, con il titolo di una delle più celebri di esse, "Aspettando i barbari", viene raccolto in questo volume l'intero corpus delle poesie 'storiche', o meglio 'civili', di Kavafis, che offrono al lettore un'immagine un po' differente e più complessa dell'ispirazione di questo grande poeta neogreco, uno dei massimi del Novecento. Kavafis, solitamente considerato uomo chiuso in se stesso e indifferente ai fatti sociali, in realtà, come dimostra in queste sue poesie, prende una sua personale posizione in difesa dei valori che gli premono maggiormente; e così vediamo che la scelta operata da Kavafis dell'età ellenistica e greco-romana non è mera opera di archeologia o solo capriccio di poeta chiuso nelle sue invalicabili 'mura', ma anche volontà di attuare un processo di avvicinamento, anzi, di osmosi fra passato e presente, che possa dar ragione di una situazione esistenziale sì, ma inserita, a ben vedere, in una cornice storica precisa, così da legittimare anche l'autodefinizione di Kavafis che si diceva «storico-poeta». Storico, dunque, e grande appassionato della Storia, ma anche 'politico', se si vuole, perché egli stesso cosciente dell'inarrestabile declino del proprio mondo, uomo e cittadino immerso, volente o nolente, nella situazione politico-sociale del suo tempo.