Viene pubblicata la biografia di uno dei più importanti scrittori italiani di racconti del Novecento. Nato a Carpi (MO) da famiglia ebraica, claudicante perché colpito da poliomelite durante l'infanzia, parteciperà alla grande stagione del caffè "Giubbe Rosse" e di "Solaria" negli anni Trenta con Montale, Delfini e il gruppo della rivista. Una biografia critica che rilegge a tutto tondo la figura e la scrittura dell'autore di "Il cieco e la bellona", "La scuola di ballo" e "Fannias Ventosa", un testo per conoscere e riscoprire uno dei grandi maestri del racconto italiano, punto di riferimento degli scrittori di oggi. Arturo Loria popola i suoi racconti di vecchie baldracche che ballano e che accompagnano ciechi, di ipnotizzatori, zoppi, girovaghi e ladri. Un mondo padano di reietti e marginali, oppressi da un senso di colpa che non offre orizzonti di speranza e redenzione. I personaggi dei racconti di Loria, vittime di un destino tragico e senza riso, sono narrati con un linguaggio che devitalizza il mondo e lo impaglia come il falco del racconto omonimo. Quella che emerge è una realtà chiusa, claustrofobica, incentrata sul dramma del momento, senza passato e senza futuro, in cui si vaga nel mondo come randagi senza una meta, dove l'incanto malato conduce verso l'ossessione, il sogno e la follia.