I provvedimenti d'urgenza dell'art. 700 cod. proc. civ. costituiscono, per comune convincimento, l'asse portante del sistema italiano di tutela dei diritti. I giudici italiani, ad iniziare dai pretori, si sono avvalsi dell'art. 700 cod. proc. civ. per assicurare, attraverso il processo, la tutela di diritti che il legislatore tardava a garantire. In non pochi casi si è così realizzata una vera e propria "rivoluzione legale" attraverso uno strumento processuale. La tematica dei provvedimenti di urgenza si riallaccia perciò a fenomeni più generali, alla produzione del diritto ad opera dei giudici ed insieme alla espansione del potere giudiziario nelle democrazie contemporanee. Il loro successo è giunto inaspettato. Il codice di rito del 1940, introducendo il rimedio cautelare atipico dell'art. 700 cod. proc. civ., sconosciuto al previgente codice del 1865, ne aveva probabilmente immaginato un utilizzo più circoscritto e sorvegliato. Questo volume ruota intorno a questi ed altri delicati temi connessi alla interpretazione della categoria dei provvedimenti d'urgenza. Facendo perno su una analitica lettura della prospettiva giurisprudenziale e dottrinale, non disgiunta dalla considerazione del dato comparatistico, gli autori mettono a fuoco la varietà di impieghi dell'art. 700 cod. proc. civ., ne definiscono i presupposti fondamentali e ne indagano le più difficili questioni applicative, collocandole nel contesto della tradizione processualcivilistica nazionale ed europea.