Il registro delle imprese, concepito nel codice civile come strumento di pubblicità legale riservato al grande imprenditore commerciale, è stato da sempre oggetto di un travagliato processo di continua evoluzione normativa, dopo aver fin da subito vissuto un lunghissimo periodo «transitorio» nella infinita attesa che fossero emanate le previste disposizioni di attuazione. Con la riforma delle camere di commercio del 1993, l'istituto fu quindi oggetto di un definitivo rilancio, in uno con una più profonda rivisitazione della sua collocazione sistematica, da componente di uno statuto normativo speciale riservato al grande imprenditore commerciale a parte integrante dello statuto generale dell'imprenditore. Da allora le novità che lo hanno investito sono state numerosissime. E anche le fonti da cu è disciplinato non si esauriscono più nelle sole disposizioni del codice civile, che pure conservano un ruolo centrale nella regolamentazione dell'istituto. Lo stesso regolamento d'attuazione (il d.p.r. 581/1995) mostra ormai i segni del tempo e non risulta più sufficiente a governare la complessità del registro e dei diversi «procedimenti». I rapporti con gli altri strumenti di pubblicità legale, la sua articolazione interna in più sezioni, la condivisione di uno spazio (e di uno strumento) informatico unitario con istituti (e strumenti giuridici) diversi (come il REA) o suscettibili di una diversa qualificazione (come le sezioni dedicate al «titolare effettivo») sono solo alcuni dei temi che hanno contribuito a una profonda riconfigurazione dell'intero sistema della pubblicità d'impresa e che reclamano uno sforzo di conciliazione delle diverse fonti e di rielaborazione dell'intero sistema. La disciplina oggetto di analisi e di commento nel volume è quindi quella degli articoli del codice civile dedicati al registro delle imprese e all'obbligo di registrazione, in uno con la complessa e variegata normativa, primaria e secondaria, con essi a vario titolo collegata.