"Gli ingredienti prediletti da Armodio sono la luce, il silenzio, la polvere, quell'odore antiquato di muffa che i libri esalano ogni volta che li recuperi dai loro scaffali, quando cominci a svoltarne lentamente le pagine, pensando con curiosità alle mani che avevano compiuto quel gesto semplice prima delle tue. Cos'è rimasto di loro di quelle mani, sulla carta ingiallita dagli anni e dall'umidità? Forse un impercettibile soffio vitale resiste laddove compare una piccola piegatura o una segnatura a matita inattesa come un'emozione? Interrogativi che rimandano al senso, alla verità, alla ragione di queste cose, e a ciò che è in loro come uno spirito eterno e immutabile, destinato a produrre vibrazioni che superano l'intensità della stessa immagine, sapientemente emancipata dalla fantasia di Armodio rispetto alla sua modestia convenzionale". (Giovanni Faccenda)