Esiste una identità islamica? Qual è il senso identitario di una cultura geograficamente estesa a una così larga parte del mondo? L'islam, com'è noto, è prima di tutto una religione. Ma è anche una forma interpretativa della vita e del mondo, oggi diffusa dal Marocco all'Indonesia, dalla Turchia al Sudan, dalla Bosnia alla Somalia, dall'Uzbekistan all'Iran e il cui retaggio è ancora visibile in diverse regioni d'Europa, dalla Sicilia alla Spagna meridionale. Dal punto di vista della storia artistica, architettonica e urbana, l'islam assume connotazioni estremamente unitarie, se non totalitarie, inspiegabili senza un'efficace e capillare azione di livellamento. Da una parte dunque il mondo islamico presenta una elevata omogeneità sia spirituale sia culturale, garantita dal comune riferimento al Corano; dall'altra si manifesta all'interno di confini geografi ci talmente ampi da vanificare tale omogeneità. Più ristretto il bacino culturale e linguistico arabo, comunque esteso a tutto il Nord Africa e al Medio Oriente. È a tale regione che limiteremo l'esemplificazione della nostra indagine sull'architettura e sulla città islamica contemporanea ricorrendo principalmente a due paradigmi: la tradizione del nuovo e l'invenzione della tradizione.