Nella società in cui viviamo, le apparenze, le necessità, i ruoli lavorativi ci spingono a dimenticare la nostra vera essenza. Il tempo scandisce ogni nostra azione che diventa sempre più meccanica, ci dimentichiamo dell'importanza dei momenti, non sappiamo più meravigliarci davanti ad un tramonto, selezioniamo le persone in base a ciò che indossano o a chi hanno sposato. La scala del potere diventa sempre più ingombrante, le priorità primitive sono scansate dalla moda e dalla sete di potere. Cercare di fermarsi a riflettere sulla bellezza della gentilezza, sull'educazione e sulla voglia di conoscere sembra scontato. Eppure siamo tutti poveri, poveri di parole, di entusiasmo, di serenità. Siamo poveri perchè non siamo coraggiosi, scaliamo le vette del successo ma ci allontaniamo dalle verità, abbiamo paura di affrontare i problemi, ascolatre altre motivazioni, confrontarci. Superare se stessi e iniziare ad ascoltarci crea imbarazzo, lacera i ricordi, crea dolore. In questa narrazione, fatta di ricordi, divisa in passeggiate, un filo delicato conduce il lettore a trovare risposte sull'inquietudine che proviamo nell'arrenderci davanti alle ingiustizie socio culturali che ci circondano.