Ridotto ad alcuni stanchi cliché interpretativi, Artaud è divenuto con gli anni, specie in Italia, oggetto di un culto critico spesso superficiale e di maniera. I quattro saggi che compongono il presente libro tentano di argomentare, attraverso i temi della crudeltà, dell'anima e della danza, un'interpretazione meno scontata del suo pensiero che renda conto dell'interesse teoretico che egli produsse in filosofi quali Derrida e Deleuze. La tesi radicale e provocatoria qui sostenuta è che l'aporia fondamentale di Artaud sia consistita nel dissidio - la cui risoluzione fu intravista solo alla fine della sua ricerca - tra la teorizzazione del teatro della crudeltà e quella del corpo senza organi.