Correva l'anno 1771 quando, nella Serenissima, il colto letterato e 'dilettante' Anton Maria Zanetti di Alessandro, detto il Giovane, diede alle stampe il "Della pittura veneziana", un'opera che per la prima volta tentava di descrivere l'evoluzione di quell'arte dalle origini all'epoca contemporanea. Nel proposito di riconsiderare, seguendo piste di ricerca inedite o poco frequentate, un'impresa storiografica di straordinario rilievo nel panorama culturale settecentesco, questo volume, espressione di una pluralità di sguardi, ne analizza i contenuti, l'articolato contesto in cui nacque e la fortuna. I sette saggi qui raccolti permettono, innanzitutto, di fare nuova luce sui legami che univano Anton Maria Zanetti di Alessandro, Custode della Biblioteca Marciana e Ispettore alle Pubbliche Pitture di Venezia, all'omonimo cugino Anton Maria di Girolamo, detto il Vecchio. A emergere, poi, sono le sue peculiari scelte linguistiche e metodologiche, la cura riposta nell'elaborazione degli apparati paratestuali, l'importanza attribuita alle incisioni proprio nel momento in cui la storia dell'arte illustrata stava muovendo i primi passi.