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“Avevano fatto proprio un gran casino, si disse, tutti quanti, collettivamente, avevano fatto un casino madornale. A che serviva installare il 5G se non si riusciva semplicemente più a entrare in contatto, e a compiere i gesti essenziali, quelli che permettono alla specie umana di riprodursi, quelli che ci permettono anche, a volte, di essere felici?”
Quella di Annientare è un’umanità disorientata e stanca, vittima del proprio individualismo e della solitudine: Michel Houellebecq racconta il naufragio dell’Occidente, la disgregazione dei rapporti sociali e umani, ma inaspettatamente presenta l’idea confortante di una possibilità.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali francesi, nel 2027, il mondo è sotto scacco del cyber terrorismo. Attacchi informatici colpiscono obiettivi simbolo del capitalismo tecnologico: è uno scenario ultramoderno, che si basa su sistemi di hackeraggio sofisticati, ma attinge ai simbolismi più arcaici. La geopolitica rivela trame senza sbocchi, le dinamiche del mercato e quelle dei consensi web dettano le leggi dell’agone politico, che concede tutto il suo palcoscenico alle seduzioni dell’intrattenimento televisivo.
Paul Raison è consulente del ministro dell’economia: il loro mondo è fatto di ambienti asettici e rarefatti, uffici che diventano abitazioni, personaggi esausti, alienati nelle loro esistenze, privati della vita, traditi. È un’efficienza svuotata di scintillio e di vitalità, che mostra le rughe e i segni della stanchezza, raccontata da Houellebecq senza la consueta acredine polemica: non guarda alla politica, guarda all’uomo, alla spossatezza mentale e emotiva di un sistema che sta avviandosi al collasso.
“Il mondo umano gli parve fatto di tante piccole palline di merda egoistiche, senza alcun rapporto tra loro; a volte le palline si agitavano e copulavano a modo loro, ciascuna secondo il suo registro, e ne derivava l'esistenza di nuove palline di merda, ancora più piccole.”
A questo mondo di pura incertezza, dal divenire indecifrabile, fa da contrappeso il Beujolais, dove Paul è cresciuto e dove si trova il padre, appena colpito da ictus. Nella casa di S. Joseph, nella foresta, c’è la vita nella sua essenza. C’è un sentimento lirico nella rappresentazione della natura, che Houellebecq ritrae in panorami davanti ai quali l’uomo è impotente, il suo dialogo con l’esterno è silenzioso, costruito su un’assenza che porta alla consapevolezza del senso di sé.
Il padre, simulacro senza voce, è sulle pagine di Annientare il simbolo di un atto di accusa contro la decadenza della società che nasconde la vecchiaia, la svilisce, la priva del valore delle azioni, e di una motivazione più profonda, negando il presente e rivolgendosi al futuro con un’ingenuità fiduciosa.
Assediata dal terrorismo, minata dalla naturale e inevitabile decadenza fisica, la società del benessere ha perso le sue ragioni e deve imparare l’educazione del dolore: Houellebecq scende dal globale al privato, avvicina l’obiettivo all’individuo e ne spoglia la realtà.
Il suo è un percorso all’inverso che dall’etere e dalla tecnologia portano al corpo nudo, ai suoi odori, fetidi nella malattia, per recuperare il senso vero dell’essere umano, contro ogni nichilismo moderno.
“Gli tornò in mente un brano di Pascal, un brano che tra l'altro era ben poco cristiano, in cui l'autore si lamenta che, sulla questione dell'esistenza di un creatore, la natura non gli offre nulla "che non sia materia di dubbio e inquietudine.”
Cosa salvare in tempo di naufragio: insoddisfatti, assediati da ogni tipo di ideologia, alla ricerca di un fondamento morale, gli uomini si aggrappano alle illusioni della religione, delle pseudo sette, del new age, del salutismo alimentare, alla ricerca di qualcosa che rallenti l’inevitabile, ai sogni. Alla fine la vera oasi dove salvarsi è quella dell’affetto, dei legami familiari, dell’amore.
Perché la casa, quella vera, con i contrasti, le diverse scelte di vita, i segreti, è sede di un restauro affettivo per tutti, e il punto di partenza per una rinascita, una reincarnazione dei sentimenti.
La famiglia e la vita coniugale come poli residui degli ultimi occidentali: per l’autore è una riscoperta fiducia dei rapporti umani come scialuppa e della morte come unica certezza, laddove l’impermanenza è una condizione essenziale, per un mondo senza punti di riferimento.
“La cosa peggiore era che se l'obiettivo dei terroristi era quello di annientare il mondo come lui lo conosceva, di annientare il mondo moderno, non poteva dargli affatto torto.”
Il tono disturbante e provocatoriamente profetico di Houellebecq si affievolisce, sembra conciliarsi con la vita, si fa tentare dal bene. È meno cinico e urticante, e regala un tono quasi crepuscolare, decadente, ma soprattutto un messaggio di amore che ha una potenza struggente: avere il coraggio di lavorare sui legami, sulle loro meravigliose menzogne, è qua che risiede la nuova e forse definitiva provocazione di Houellebecq che non si preoccupa di frustrare le aspettative di chi cerca una conferma delle strade conosciute. Annientare è un libro sull’amore come estrema possibilità di salvezza, e sulla morte come inevitabile approdo, come Houellebecq non aveva (ancora) mai scritto. Mettendo a oggetto il finire, con un taglio narrativo convenzionale e personaggi borghesi, Houellebecq dimostra al mondo che il cambiamento è privilegio dei più grandi.
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