La monografia ripercorre l'ampia e articolata attività professionale dell'architetto torinese Andrea Bruno, dai primi progetti degli anni sessanta fino alle ultime realizzazioni del nuovo millennio, mettendo in luce le opere più significative che ne hanno caratterizzato l'attività pluridecennale. Fin dagli esordi, Andrea Bruno ha saputo operare tra conservazione e progetto, ricercando la sincronia e la coesistenza tra le memorie del passato, il presente e l'utopia del futuro. Un atteggiamento operativo si è consapevolmente collocato oltre la disciplina accademica del restauro, animato da una riflessione critica e teorica secondo la quale il patrimonio storico, lungi dall'essere oggetto di una cieca deferenza, merita al contrario di essere riqualificato, fruito e perfino modificato. Nell'opera di Andrea Bruno la trasformazione è intesa quindi come unica garanzia di conservazione delle memorie attraverso l'architettura. Tra gli interventi più noti e significativi il restauro del Castello di Rivoli e della sua Manica Lunga (1978-2000). Andrea Bruno è stato a lungo docente di Restauro Architettonico, inizialmente presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, dove si laurea nel 1956, e dal 1991 sia presso il Politecnico di Milano che all'Università Cattolica di Lovanio. A partire dagli anni settanta si è distinto a livello internazionale per l'attività di consulente dell'Unesco per la salvaguardia del patrimonio monumentale in Medio ed Estremo Oriente.