Attraverso un intenso dialogo interdisciplinare tra antropologia, psicoanalisi e filosofia, l'autore articola un discorso attorno al problema della "fine del mondo" a partire dall'opera di Ernesto de Martino, alla quale aggiunge analisi ispirate dal pensiero orientale, ed in particolare della visione del mondo (e della sua fine) nella filosofia buddhista, rivelando contenuti di grande valore per le scienze cognitive e linguistiche.