«Si tenga ben fermo cosa significa essere uomo» è il severo monito di Ludwig Binswanger, il cui pensiero ha rappresentato il tentativo più radicale di fondare la psichiatria su basi antropologiche, segnando una distanza abissale dalla "mitologia del cervello" di fine Ottocento. Se la relazione terapeutica è costituita dall'incontro autentico con il sofferente, tale prospettiva si affranca da qualsivoglia teoria che abbia la pretesa di ridurre l'uomo ad oggetto scientifico. Se così non fosse si giungerebbe ad un esito paradossale: se il metodo scientifico si basa sull'esclusione di qualsiasi componente soggettiva, come può allora la psichiatria "scientista" avere la pretesa di comprendere la soggettività? L'autore, seguendo una prospettiva fenomenologica, constata che la psicoterapia è incontro e si dispiega attraverso fondamentali declinazioni che coinvolgono anche la corporeità.