La storia di Paolo, prima tossicodipendente e poi alcolista, viene raccontata in forma di intervista, parallelamente a quella di suo padre dipendente dal gioco fin dall'adolescenza. Le vicende di padre e figlio si intrecciano, si influenzano e si sovrappongono fino a quando entrambi sprofondano nei propri inferni, per poi uscirne liberi e insperatamente alleati, complici dei rispettivi riscatti personali e sociali. Chiunque può essere colpito dalle dipendenze, tanto il bravo ragazzo quanto quello difficile ed il testo mostra come esse portano alla distruzione dell'individuo e di chi gli sta vicino: la ludopatia distrugge sia i mezzi di sussistenza che le relazioni; l'alcolismo porta alla violenza e ai conflitti familiari; la tossicodipendenza fa perdere la dignità personale fino a renderti uno "schifo umano". Le vicende dei protagonisti dimostrano che se ne può uscire, ma solo se si decide davvero di farlo. Chi riesce a fare questa sterzata, a chiedere aiuto e a farsi aiutare, alla fine ne viene fuori.