Hanno un'esemplare sintonia le illustrazioni-palinsesto (immagini 'da raschiare' per scoprirne altre) di Giovanni Fontana, artista multimediale, con le pagine quanto mai eterogenee di Velio Carratoni: sbrigliati soliloqui o flussi di coscienza di un Io che si disloca nei gangli di un reale sincronico al caos e declinato nell'ilare disincanto, poi nell'opposizione, nell'invettiva e nel delirio quasi à la manière d'un Céline. [...] Dispersivo, pulviscolare, informalmente catalografico, l'apparato linguistico di questo libro dominato da una paratassi che trascende la frase lunga a favore della concisione di stile, sostiene un discorso ora diretto e ora indiretto sviluppato per secche sequenze, lapidari lemmi, martellanti locuzioni dal vago ritmo poematico: atrabiliare ritmo che coniuga spazio e tempo, quotidianità e straniata autobiografia, dolenti bilanci esistenziali e labili accenti di rivolta lanciati con brusche, sbizzarrite, salvifiche 'parole in libertà' ("Le parole in libertà restano l'unica salvezza...").