La raccolta, intitolata "Alfieri e pedoni", si costituisce di trentadue componimenti, come i pezzi di una scacchiera. Nessun re e nessuna regina, nessuna torre e nessun cavallo: solo alfieri e pedoni, di solito i pezzi che durante una partita vengono sacrificati per primi. Anche tra le figure votate al sacrificio negli scacchi, c'è chi si muove solo in avanti come il pedone che elimina l'altro pezzo solo in diagonale e poi c'è chi si muove come l'alfiere, che si sposta solamente in diagonale e può saltare caselle per tutto lo spazio che ha a disposizione fino a eliminare l'avversario occupandone la casa. Anche tra i pezzi "leggeri" quindi, ci si muove seguendo quindi regole molto diverse, come in ogni piccola esistenza umana, che segue sempre una regola ma che, già in partenza non è uguale per tutti. Ed ecco che le incomprensioni del mondo "nuovo", abitato da alfieri e pedoni sempre più numerosi e sempre più spesso in conflitto per gli stessi interessi, si discosta ogni giorno maggiormente da quel mondo un po' più "antico", dove la differenza tra pezzi "pesanti" e pezzi "leggeri" determinava tra quest'ultimi un senso di solidarietà che ora sembra solo un ricordo.