L'inizio degli anni Sessanta fu caratterizzato dal confronto sulla riforma della scuola media. Visalberghi fornì un contributo essenziale, ispirato da una matrice psico-pedagogica. Riteneva, infatti, che la riforma offrisse l'occasione per promuovere un nuovo approccio ai problemi dell'educazione. Le sue proposte sono ancor oggi un esempio di ciò che si sarebbe potuto fare e non si è fatto. Negli anni Sessanta, la ricerca pedagogica aveva individuato, nelle critiche al determinismo educativo, grandi possibilità di estensione degli spazi di libertà per l'innovazione didattica, ma ciò richiedeva che fosse rivisto l'impianto delle dimostrazioni educative. Si trattava di passare da modelli nei quali cause ed effetti erano posti in successione lineare a modelli che considerassero cause ed effetti dal punto di vista sia sincronico sia diacronico e che consentissero di analizzare le ragioni dell'insuccesso scolastico. Visalberghi riteneva giusto impegnarsi per una scuola capace di assicurare un'effettiva uguaglianza delle opportunità educative. Premessa di Benedetto Vertecchi.