Oggetto di una recente riscoperta, soprattutto in ambito francese e tedesco, l'opera di Alano di Lilla si presenta a prima vista come l'enigmatico opus di un poligrafo inesauribile, il quale varia dalla poesia alla teoresi, dai sermoni all'apologetica del Cattolicesimo. È possibile invece che, dietro a questa apparente frammentazione, si celino un progetto ben preciso e una visione unitaria? Tale è la convinzione espressa da Carlo Chiurco: in questo volume egli mostra come il fondamento di tale visione vada ricercato là dove Alano stesso, talvolta in modo volutamente ermetico, lo aveva posto, ovvero nella superiorità della teologia, cioè della metafisica, tanto rispetto al piano naturale quanto rispetto a tutti gli altri saperi. Investita di questo ruolo regale, la metafisica inizia così un lungo e faticoso percorso che la porta, in una visione grandiosa degna del miglior universalismo medievale, a restaurare la perduta armonia del cosmo e l'unità dell'ordine della sapientia. Un disegno in cui la metafisica e la prassi, la teoresi e l'etica appaiono compenetrate in modo originario e indissolubile.