Immagina un luogo tutto bianco, tutto quello che ti circonda è assolutamente bianco, un colore che non fa passare il tempo, che non dà scampo. È come stare in una salina dove incombe una luce incolore, ammagliante e all'improvviso, vengono catapultati in questo ambiente onirico i protagonisti. In questo luogo, a più dimensioni parallele, appare e scompare l'Uomo Volpe. È Lui, che con astuzia ed inganno guida Darma, un uomo di origini Indonesiane. Darma, l'origine del nome stesso lo identifica come una persona di natura particolarmente emotiva e ipersensibile, ma nello stesso tempo autoritaria, presuntuosa, impaziente e forse per questo che il suo destino è segnato ad essere un posseduto dallo spirito della Volpe. Ed infine Kate, una ragazza semplice, che improvvisamente viene catapultata in una "nuova guerra" caratterizzata da privazioni. In una guerra convenzionale, se si è fortunati, si riesce a fare una vita normale e si sentono le bombe in lontananza, qui invece l'unica arma usata è la privazione delle più semplici azioni quotidiane. Ecco!!!! siamo in piena pandemia, Darma e kate si spostano in questo ambiente quasi catartico tra il Giappone, l'Indonesia, l'Italia, in una fuga verso una nuova libertà. Darma è guidato dall'uomo volpe, pende dalle sue labbra. Kate è spaesata, li segue, li studia, li insegue, ad un certo punto preferisce assecondarli, perché infine vuol solo cercare una sua dimensione, scovando con naturalezza, il modo di non abbandonare gli spazi che li sono stati rubati. Ma fuori, è sempre ancora tutto bianco, niente e nient'altro, niente luci colorate, brillantini, costumi, trucco e parrucco, niente di niente. Tutto quello che vedi forse non è poi la realtà.