Il lavoro teorico-progettuale di Agostino Renna si sviluppa con eccezionale coerenza dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta. È un lavoro segnato da una evoluzione continua per successivi approfondimenti, ma anche da significativi ripensamenti e ritorni, che registra attentamente i profondi mutamenti della realtà urbana perseguendo, nelle varie e complesse tematiche che affronta un filo unico: la ricerca del significato profondo e strutturale del progetto di architettura nella città contemporanea. Napoli, il Togo, l'Abruzzo, Teora, la Valle del Belice, Monteruscello sono i luoghi di una riflessione analitico-progettuale che proprio dall'approfondimento di temi specifici desume il suo carattere di generalità. Il paesaggio inteso come struttura formale di un territorio è l'intuizione iniziale, il presupposto di uno sguardo conoscitivo che consapevolmente assume come punto di partenza il superamento di fatto della dicotomia tra rurale e urbano negli spazi urbanizzati contemporanei. Il paesaggio può rivelare il sostrato naturale delie Città e l'urbanità delle Terre di provincia. La ricerca di un nuovo realismo attraverso un metodo scientifico inteso come continua verifica tra quanto la conoscenza dell'architettura desume da contesti particolari e la progressiva costruzione del corpus teorico di una nuova Scienza urbana; la riflessione sulle contraddizioni strutturali del rapporto cultura/politica o architettura/ideologia.