Nel tentativo di uscire dalle secche della crisi e del debito pubblico, l'Unione europea ha gradualmente ridefinito l'architettura amministrativa dell'integrazione finanziaria, istituendo nuove amministrazioni europee, attribuendo loro poteri più incisivi, modificando compiti e funzioni delle amministrazioni nazionali, ripensando i complessivi modelli di regolazione e di vigilanza. La scienza giuridica europea si è però sin qui interessata solo di alcuni aspetti di questo processo, utilizzando di rado le lenti del diritto amministrativo, indispensabili invece per comprendere le trasformazioni in atto. Questo volume intende colmare tale lacuna, ricostruendo la riforma dell'amministrazione dell'integrazione finanziaria, discutendone i profili funzionali e la capacità di imporre un nuovo modello di regolazione e di vigilanza ed esaminando la sua struttura e i suoi modi di funzionamento. Il quadro che emerge è ricco di tensioni. Da un lato, la nuova architettura amministrativa risolve alcuni problemi alla base della crisi finanziaria e del debito pubblico e prefigura una più generale maturazione del sistema amministrativo europeo. Dall'altro, è attraversata da alcune linee di frattura, come quella derivante dalla differenziazione tra l'integrazione interna all'eurozona e quella relativa a tutti i 28 paesi membri, che potrebbero rivelarsi un ostacolo alla tenuta complessiva del sistema amministrativo europeo.