Calvinista moderno, cristiano democratico : così viene definito, fin dal titolo, la figura del politico e teologo olandese Abraham Kuyper (1837-1920) nella biografia che James Bratt gli ha dedicato e che ora viene proposta in italiano dalla casa editrice fiorentina BE Edizioni. L'importanza di Kuyper, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento, sta nel suo ruolo preminente - dal 1901 al 1905 è stato Primo ministro del suo Paese - ma anche nella figura emblematica che ha rappresentato: la sua convinta fede cristiana non gli impedì di prendere parte alla battaglia politica, ma anzi gli diede la consapevolezza necessaria per comprendere l'importanza del suo impegno e lo motivò a trasmettere anche in quella sede i valori del suo credo. Kuyper, sintetizza Valdo Spini nell'introduzione al volume, «ha rivestito ruoli eminenti sia nella chiesa che nelle istituzioni politiche, partendo da posizioni di conservatorismo socialmente ispirato e collaborando con i cattolici», dando vita a quella corrente di pensiero secondo la quale il calvinismo «non è semplicemente un ordinamento ecclesiastico, è un sistema di vita, non è solo una costruzione teologica, è una visione del mondo». La attenta biografia dello storico americano James Bratt - quasi cinquecento pagine e un ampio apparato di note a corredo - si divide in tre sezioni, che corrispondono a tre periodi della vita di Kuyper: la formazione (Fondamenta, 1837-1877), l'impegno spirituale (Costruzioni, 1877-1897), il contributo politico (Premonizioni, 1898-1920). Ne emerge il profilo straordinario di un uomo che lasciò il segno nella società del suo tempo attraverso un'intensa attività pubblicistica ("più di ventimila articoli di quotidiani, decine di opuscoli e numerosi trattati in vari volumi", precisa Bratt), la fondazione di una nuova università ("dove lavorò anche come professore") e di una nuova denominazione religiosa, oltre naturalmente all'impegno politico che lo portò fino alla presidenza del consiglio olandese. Un ruolo eclettico che, sottolinea Bratt, in quest'epoca andrebbe letto e valorizzato in particolare nella prospettiva che gli permise di abbinare i vari momenti del suo impegno: «Kuyper - scrive lo storico - fu importante soprattutto per il modo in cui propose ai credenti di portare tutto il peso delle loro convinzioni nella vita pubblica, nel pieno rispetto dei diritti degli altri in una società pluralistica, sotto un governo costituzionale». Un approccio ancorato ai valori cristiani e nel contempo tollerante di cui oggi, dopo oltre un secolo, nel Vecchio Continente si avverte di nuovo la necessità.